LA SEZIONE ARCHEOLOGICA

LE COLLEZIONI

Le collezioni archeologiche conservate presso il Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna coprono il lungo periodo che va dalla Preistoria all’Età Romana. I vari reperti esposti nelle vetrine sono tutti oggetti rinvenuti nell’area del montebellunese (Posmon, S. Maria in Colle, Mercato Vecchio e Caonada) e nelle zone limitrofe di Cornuda, Vidor e del Montello.

Il materiale che compone l’attuale collezione è frutto di scavi, ricerche e consegne da parte di privati cittadini che, a partire dagli anni ‘60, hanno permesso il recupero degli oggetti e la nascita del Museo. 

All’interno del museo i reperti vengono esposti secondo un ordine cronologico che inizia nel Paleolitico medio e prosegue attraverso il Mesolitico e il Neolitico (con i reperti provenienti da Cornuda). Il percorso continua poi nell’età dei metalli, con il nucleo principale di materiali provenienti dall’area di Montebelluna e databili all’Età del Ferro, che ci raccontano la storia dei Veneti Antichi. La visita si conclude nelle sale romane, con vari materiali ritrovati a Montebelluna e sul Montello, che ci danno uno spaccato sulla vita quotidiana degli abitanti della zona durante il periodo romano.  

Le collezioni vengono spesso modificate, aggiornate e ampliate e sono accompagnate da ricostruzioni in scala e da supporti audiovisivi o grafici, per dare al visitatore un’esperienza sempre più completa e organica della storia del nostro territorio.

1 – PREISTORIA

L’esposizione inizia con la Preistoria, che si articola in tre fasi distinte: il Paleolitico, il Mesolitico e il Neolitico. Il visitatore compie qui un percorso attraverso le principali tappe della storia dell’uomo, prima cacciatore, poi agricoltore e infine artigiano,  grazie ai vari reperti e ricostruzioni presenti nella sala iniziale.

Le ricostruzioni dei crani degli uomini dell’Età della Pietra (Australopiteco, Homo di Neanderthal e Homo Sapiens) permettono al visitatore di immergersi nel complesso e misterioso mondo del Paleolitico; un focus è riservato ai ritrovamenti in selce provenienti dalle aree di Capo di Monte e Caerano – Le Rive.

Dalla Valle di San Lorenzo a Cornuda provengono importanti reperti come vasi in ceramica, strumenti in selce e resti animali, che attestano la presenza umana nella zona a partire dal Neolitico.

Il ritrovamento di tre asce in rame e una in bronzo (abbinate in vetrina con la ricostruzione di una matrice per la fusione) permettono al visitatore di farsi un’idea sulle tecniche di lavorazione dei metalli e di avere alcune notizie sulla vita quotidiana di quello che ormai è definibile come un artigiano a tutti gli effetti.

2 – PROTOSTORIA

Il percorso continua poi nella Protostoria.

Durante l’Età del Ferro, le nostre zone sono occupate dalla civiltà dei Veneti Antichi.
La cultura dei Veneti antichi si manifesta nel territorio di Montebelluna già a partire dall’VIII sec a.C. , lasciandoci una quantità incredibile di materiali rinvenuti nelle necropoli di Posmon (indagata tra gli anni ’60 -’70 e in seguito dal 2002) e Santa Maria in Colle (scavi anni ’50-’60).

La ricostruzioni di contesti funerari, grazie anche a rappresentazioni grafiche e materiali audiovisivi, forniscono al visitatore la possibilità di assistere ad alcuni rituali tipici di questa popolazione dell’Età del Ferro.

Splendidi corredi composti da vasellame, armi in ferro e bronzo, spille ed oggetti di uso quotidiano hanno permesso agli archeologi di ricostruire la vita degli antichi abitanti di Montebelluna. Abbiamo di fronte comunità articolate, sedentarie e aperte agli influssi esterni: gli Etruschi a Sud, verso la Pianura; i Greci, dall’Adriatico; e le popolazioni alpine e transalpine grazie al Piave, importante via di comunicazione. 

Fibule, torques, spille, manifatture di alto livello e armi come coltelli, punte di giavellotti e asce testimoniano il raggiungimento di un’elevata conoscenza e abilità nella lavorazione dei metalli.

Straordinari ritrovamenti come la situla decorata di Posmon danno la possibilità al visitatore di ammirare i capolavori dell’ “Arte delle situle” e di avere delle istantanee sulla storia di questo popolo. Nella postazione di archeologia sperimentale è poi poi possibile mettersi alla prova con la “decorazione a sbalzo”, la tecnica utilizzata più di 2500 anni fa per decorare le situle.

Oltre alla situla, simboli evidenti dell’aumento del divario sociale i all’interno delle comunità venete sono il un pendente e un coltello con raffigurazione di una sfinge-grifone, entrambi in bronzo. Rinvenuti nella necropoli di Posmon, questi capolavori sottolineano come le società complesse (persino nell’antichità!) presentassero tratti distintivi e ruoli differenti a seconda del ceto sociale di appartenenza.

3 – ETA’ ROMANA

Il percorso si conclude nelle sale appartenenti alla piena Età Romana

La dominazione di Roma in Veneto (che diventerà poi parte della Regio X in epoca augustea)  ha inizio attorno al  II secolo a. C,  grazie ad un processo di graduale e pacifica integrazione tra i Romani e le popolazioni locali dell’Età del Ferro. Montebelluna era al tempo un centro minore, che gravitava attorno al  Municipium di Acelum (Asolo), nei pressi della via Postumia.

I principali ritrovamenti provengono dalla zona di Mercato Vecchio (lungo il margine Est della collina di Montebelluna), da Santa Maria in Colle e da Posmon. Gli oggetti dei corredi funerari mostrano la raffinatezza importata dai nuovi arrivati; nelle nuove tombe, il “banchetto funebre” è sempre il protagonista, indice del gusto dei Romani per la bella vita, anche in contesti funerali.

La sezione romana offre numerosi esempi di iscrizioni funerarie sui vasi ossuari recanti il nome del defunto. La mescolanza di nomi non Veneti, Celtici e Romani e l’uso di entrambi gli alfabeti mostrano sia una continuità con la tradizione funeraria locale che il completamento del processo di integrazione e romanizzazione. 

Ritrovamenti come il mosaico del Fondo Agostinetto, e altri elementi di abitato (mattoni, etc.) permettono al visitatore di comprendere com’era strutturata l’area residenziale di Mercato Vecchio e Santa Maria in Colle al tempo degli antichi Romani.

Il “tesoretto egiziano” aiuta  a comprendere al meglio la mobilità ormai acquisita attraverso il commercio internazionale praticato in tutto l’impero.

L’esposizione della cosiddetta “Artemide/Diana del Montello“, una statua in marmo greco antico (marmo pario) rinvenuta nei pressi di una villa rustica romana aiuta ad immergersi nel mito della dea cacciatrice.

Da Mercato Vecchio giunge anche il famoso toro in bronzo di Montebelluna, simbolo della prima romanizzazione del territorio e frutto di un lavoro artigianale di alto livello, destinato all’ostentazione aristocratica all’interno di una villa romana.